Covid19, a Lecce l’emergenza travolge la rete ospedaliera: mancano posti letto e personale. La denuncia di FISMU-FVM

  • 2 Febbraio 2021
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COVID19, A LECCE L’EMERGENZA TRAVOLGE LA RETE OSPEDALIERA: MANCANO POSTI LETTO E PERSONALE. LA DENUNCIA DI FISMU-FVM

RAFFAELE GAUDIO, DIRIGENTE FISMU-FVM: “LE INAUGURAZIONI, LE DICHIARAZIONI E RASSICURAZIONI DELLA DIRIGENZA DELL’ASL AFFONDATE DALLA DRAMMATICA REALTÀ. UN ESEMPIO: AL DEA 51 POSTI LETTO E NON I 120 ANNUNCIATI. MENO DELLA METÀ”

FISMU-FVM DICHIARA LO STATO DI AGITAZIONE

30 gennaio – A Lecce si è in piena emergenza, travolti dall’epidemia. Questa la denuncia di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (sezione di FVM).
Per Raffaele Gaudio, della segreteria Aziendale salentina di FVM-FISMU e Responsabile Nazionale FISMU, area Pronto Soccorso: ”I fatti come sempre smentiscono la narrazione aziendale del tutto va bene ‘madama marchesa’. Mancano drammaticamente tanti, troppi posti letto per i pazienti affetti da Sars-Covid-19 che quotidianamente afferiscono ai Pronto Soccorso (Ps) Dea e al Ps di Galatina. Succede così che uno sempre più sparuto numero di medici, sempre quelli, siano costretti a coprire due Ps: il pulito del Fazzi, quello “sporco” del DEA/PS Covid, l’OBI-Subintensiva Covid e l’Area Giallo Rossa sempre Covid. Ma anche a coprire le falle delle strutture periferiche, con numeri da implosione (dai 25 ai 30 cittadini ogni giorno), permanenze di pazienti fino a 15-20 giorni a nostro carico. Cioè, per intenderci: oltre a terapie acute, accudimento, provvedere all’igiene, il vitto, alla somministrazione di terapie croniche (ecc..come attività da reparto), con sacrifici inenarrabili, rischi medico-legali elevatissimi e il tutto per incapienza dei Reparti dedicati. Tutto questo con un solo medico ad affrontare questa Sanità che posiamo definire da guerra”.

Fismu-FVM individua alcune gravi criticità irrisolte:

  1. La questione annosa e centrale della non autosufficienza del rifornimento dei gas medicali – l’Ossigeno – che impatta sulla possibilità di recettività dei ricoveri. Semplicemente non basta. E quindi, non possono essere utilizzabili alcuni dei posti (peraltro insufficienti) teoricamente ancora disponibili. Perché una Centralina di controllo segnala l’impossibilità di garantire volumi di ossigeno oltre una certa soglia.
  2. Il numero dei posto letto Covid e i target di ricovero vincolanti . A) Al Dea i posti Covid reali e non sulla carta sono: 24 di Pneumologia Covid, 7 di Sub-intensiva Covid (dei 16 previsti), rianimazione con massimo 20 letti. Il tutto porta a 51 posti letto come massima recettività e non i 120 annunciati. B) Alle Malattie Infettive di Lecce, a corto di personale medico, quando e se a pieno regime, sarebbero 40. E sempre con problemi di Ossigeno e quindi con target di ricovero di pazienti che hanno necessità almeno iniziali di bassi flussi di Ossigeno. Le Malattie infettive di Galatina e Medicina Covid insieme raggiungono al massimo 35 posti e San Cesario, solo Post Covid, circa 20: target di ricovero obbligati bassi flussi di Ossigeno e non, anche perché in questi casi senza la dovuta assistenza rianimatoria mai implementata.

“La gestione di questi insufficienti posti letto – spiega ancora Gaudio – è resa ancora più complessa, per i Medici DEA in particolare, dal fatto che la gran parte di questi pazienti come i recenti focolai delle RSA EuroItalia e Miggiano sono pluripatologici, ultraottantenni o novantenni già fragili di loro. E molti acuti neurologici, cardiologici, oncologici, urologici, settici, traumatologici, internistici, dializzati ecc orfani di fatto o in grande affanno sui percorsi specifici”.

“Il problema – continua ancora il dirigente Fismu-FVM – sul settore ‘no covid’ riguarda prevalentemente il PS del Vito Fazzi. Numerosi restano gli accessi e in una location pensata come provvisoria ma che è restata tale e quale da circa 15 anni e che è del tutto insufficiente ad accogliere o semplicemente garantire il normale distanziamento e tutto ciò che ne consegue. Parliamo dei normali protocolli di sicurezza che non possono essere garantiti proprio in una struttura sanitaria. Le criticità sono ormai intollerabili per pazienti e medici con l’incapienza dei reparti a seguito delle norme di distanziamento, con una offerta di posti letto di fatto dimezzata, senza possibilità di extralocazioni, e di sbocchi verso le lungodegenze che mancano e che pure, insieme a tutto il resto, dovevano essere programmate da anni in base (dal DM/2015) al Piano di Riordino della rete Ospedaliera Pugliese del 3 Agosto 2020 (già finanziato !). E senza una regia sui posti letto (dove è finita la figura del Bad Manager?)”.

“Sempre sul terreno la questione del personale precario – conclude Gaudio – in attesa di stabilizzazione e degli assurdi arzigogoli della burocrazia aziendale e della più generale carenza nella gran parte delle UU.OO. di personale medico. Lo scenario è di una doppia Emergenza sanitaria Covid e non Covid, da guerra, con un situazione di totale insoddisfazione, rabbia e ai limiti della rassegnazione più cupa. Fatto gravissimo per quanti, nella propria vita, hanno fatto una scelta non solo professionale ma più profonda: medici che non sono messi nella condizione di onorare la più bella tra le professioni. In questo adagio del tirare a campare con passerelle e inaugurazioni (ennesime), autocelebrative e fiction (di dubbio gusto), lo sdegno dei Dirigenti Medici ha ampiamente debordato e per questo siamo costretti a proclamare lo Stato di Agitazione, siamo vicini a uno sciopero”.