
COVID19, A LECCE L’EMERGENZA TRAVOLGE LA RETE OSPEDALIERA: MANCANO POSTI LETTO E PERSONALE. LA DENUNCIA DI FISMU-FVM
RAFFAELE GAUDIO, DIRIGENTE FISMU-FVM: “LE INAUGURAZIONI, LE DICHIARAZIONI E RASSICURAZIONI DELLA DIRIGENZA DELL’ASL AFFONDATE DALLA DRAMMATICA REALTÀ. UN ESEMPIO: AL DEA 51 POSTI LETTO E NON I 120 ANNUNCIATI. MENO DELLA METÀ”
FISMU-FVM DICHIARA LO STATO DI AGITAZIONE
30 gennaio – A Lecce si è in piena emergenza, travolti dall’epidemia. Questa la denuncia di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (sezione di FVM).
Per Raffaele Gaudio, della segreteria Aziendale salentina di FVM-FISMU e Responsabile Nazionale FISMU, area Pronto Soccorso: ”I fatti come sempre smentiscono la narrazione aziendale del tutto va bene ‘madama marchesa’. Mancano drammaticamente tanti, troppi posti letto per i pazienti affetti da Sars-Covid-19 che quotidianamente afferiscono ai Pronto Soccorso (Ps) Dea e al Ps di Galatina. Succede così che uno sempre più sparuto numero di medici, sempre quelli, siano costretti a coprire due Ps: il pulito del Fazzi, quello “sporco” del DEA/PS Covid, l’OBI-Subintensiva Covid e l’Area Giallo Rossa sempre Covid. Ma anche a coprire le falle delle strutture periferiche, con numeri da implosione (dai 25 ai 30 cittadini ogni giorno), permanenze di pazienti fino a 15-20 giorni a nostro carico. Cioè, per intenderci: oltre a terapie acute, accudimento, provvedere all’igiene, il vitto, alla somministrazione di terapie croniche (ecc..come attività da reparto), con sacrifici inenarrabili, rischi medico-legali elevatissimi e il tutto per incapienza dei Reparti dedicati. Tutto questo con un solo medico ad affrontare questa Sanità che posiamo definire da guerra”.
Fismu-FVM individua alcune gravi criticità irrisolte:
- La questione annosa e centrale della non autosufficienza del rifornimento dei gas medicali – l’Ossigeno – che impatta sulla possibilità di recettività dei ricoveri. Semplicemente non basta. E quindi, non possono essere utilizzabili alcuni dei posti (peraltro insufficienti) teoricamente ancora disponibili. Perché una Centralina di controllo segnala l’impossibilità di garantire volumi di ossigeno oltre una certa soglia.
- Il numero dei posto letto Covid e i target di ricovero vincolanti . A) Al Dea i posti Covid reali e non sulla carta sono: 24 di Pneumologia Covid, 7 di Sub-intensiva Covid (dei 16 previsti), rianimazione con massimo 20 letti. Il tutto porta a 51 posti letto come massima recettività e non i 120 annunciati. B) Alle Malattie Infettive di Lecce, a corto di personale medico, quando e se a pieno regime, sarebbero 40. E sempre con problemi di Ossigeno e quindi con target di ricovero di pazienti che hanno necessità almeno iniziali di bassi flussi di Ossigeno. Le Malattie infettive di Galatina e Medicina Covid insieme raggiungono al massimo 35 posti e San Cesario, solo Post Covid, circa 20: target di ricovero obbligati bassi flussi di Ossigeno e non, anche perché in questi casi senza la dovuta assistenza rianimatoria mai implementata.
“La gestione di questi insufficienti posti letto – spiega ancora Gaudio – è resa ancora più complessa, per i Medici DEA in particolare, dal fatto che la gran parte di questi pazienti come i recenti focolai delle RSA EuroItalia e Miggiano sono pluripatologici, ultraottantenni o novantenni già fragili di loro. E molti acuti neurologici, cardiologici, oncologici, urologici, settici, traumatologici, internistici, dializzati ecc orfani di fatto o in grande affanno sui percorsi specifici”.
“Il problema – continua ancora il dirigente Fismu-FVM – sul settore ‘no covid’ riguarda prevalentemente il PS del Vito Fazzi. Numerosi restano gli accessi e in una location pensata come provvisoria ma che è restata tale e quale da circa 15 anni e che è del tutto insufficiente ad accogliere o semplicemente garantire il normale distanziamento e tutto ciò che ne consegue. Parliamo dei normali protocolli di sicurezza che non possono essere garantiti proprio in una struttura sanitaria. Le criticità sono ormai intollerabili per pazienti e medici con l’incapienza dei reparti a seguito delle norme di distanziamento, con una offerta di posti letto di fatto dimezzata, senza possibilità di extralocazioni, e di sbocchi verso le lungodegenze che mancano e che pure, insieme a tutto il resto, dovevano essere programmate da anni in base (dal DM/2015) al Piano di Riordino della rete Ospedaliera Pugliese del 3 Agosto 2020 (già finanziato !). E senza una regia sui posti letto (dove è finita la figura del Bad Manager?)”.
“Sempre sul terreno la questione del personale precario – conclude Gaudio – in attesa di stabilizzazione e degli assurdi arzigogoli della burocrazia aziendale e della più generale carenza nella gran parte delle UU.OO. di personale medico. Lo scenario è di una doppia Emergenza sanitaria Covid e non Covid, da guerra, con un situazione di totale insoddisfazione, rabbia e ai limiti della rassegnazione più cupa. Fatto gravissimo per quanti, nella propria vita, hanno fatto una scelta non solo professionale ma più profonda: medici che non sono messi nella condizione di onorare la più bella tra le professioni. In questo adagio del tirare a campare con passerelle e inaugurazioni (ennesime), autocelebrative e fiction (di dubbio gusto), lo sdegno dei Dirigenti Medici ha ampiamente debordato e per questo siamo costretti a proclamare lo Stato di Agitazione, siamo vicini a uno sciopero”.