
COVID 19, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI FISMU: LE USCA RIMANGANO APERTE, IN FRIULI VENEZIA GIULIA MEDICI DI FAMIGLIA E OSPEDALI GIÀ IN PIENA CRISI CONTAGI. RISCHIAMO UN’ALTRA EMERGENZA SANITARIA
8 luglio – In Friuli Venezia Giulia crescono i contagi Covid e la pressione dei pazienti su ospedali, 118, pronto soccorso e medici di famiglia, non è pensabile chiudere le USCA. Questa la denuncia e l’appello della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-FISMU all’assessore alla Sanità regionale Riccardo Riccardi.
Per Filippo De Nicolellis, segretario regionale Fismu: “Le USCA devono essere mantenute, con le condizioni originarie, anche economiche, dato che la pandemia da COVID 19 è ancora in corso e per gestirla al meglio servono ancora alcuni mesi per una riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali e del personale medico ed infermieristico necessario”.
“Inoltre – spiega -visto l’aumento dei contagi e l’aumento della pressione sui servizi sanitari, l’avvio delle nuove strutture come le cosiddette UCA devono fare tesoro del patrimonio di esperienze e conoscenze accumulato dai medici delle USCA negli ultimi due anni”.
De Nicollelis rilancia la necessità di riforma dell’assistenza sul territorio, ma, appunto, valorizzando i servizi che durante l’emergenza hanno dimostrato molta efficacia: “Siamo convinti da molti anni che sul territorio e a domicilio del paziente non basti più solo il medico di Assistenza Primaria, che è centrale, ma che nel caso dei casi di pazienti fragili, a mobilità minima o con necessità assistenziali particolari, deve essere affiancato da una equipe e da quello che definiamo come il ‘Secondo Medico’.
Quindi, al di là del COVID 19 – conclude – le necessità assistenziali attuali e ancor più dei prossimi anni, richiedono un investimento nel personale sanitario e non solo nelle strutture”.