
MEDICI DI FAMIGLIA, SBAGLIATA E INUTILE (PER I CITTADINI E LA SANITÀ) LA PROPOSTA DELLE REGIONI. LA BOCCIATURA DI FEDERAZIONE DEI MEDICI TERRITORIALI
FMT POSITIVA SOLO LA PREVISIONE
DELLA SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DI FAMIGLIA
29 maggio – Per Federazione dei Medici Territoriali-Fmt il giudizio sulla bozza di documento delle regioni, anticipato dai media, sui medici di famiglia è fortemente negativo.
Francesco Esposito, segretario nazionale FMT: “Le voci si rincorrono da mesi, così come le polemiche, e finalmente leggiamo una bozza del documento ‘riservato’ delle Regioni per il ministro della Salute Orazio Schillaci, oggi anticipato sui media. Una proposta non dialogata con i medici, unilaterale, ed irricevibile per metodo e per contenuti”.
“Sicuramente positiva – continua Esposito – la previsione della specializzazione per la medicina di famiglia, per allinearci agli standard europei e riconosciamo l’attenzione per il rapporto fiduciario ma il resto della proposta, però, ricalca una visione ideologica della sanità e offre risposte sbagliate ai problemi dell’assistenza territoriale, perché punta alla dipendenza, lasciando una presunta libera scelta ai professionisti, ma il vero fine è evidente: smantellare l’autonomia e l’indipendenza del medico di famiglia e la capillarità degli ambulatori, contraddicendo il principio del rapporto fiduciario, che abbiamo citato poco fa, che così facendo viene vanificato. Sia chiaro: noi siamo per dare sostanza e forza alle Case di comunità, ma crediamo che si debba partire dalla eccellente e fitta rete di ambulatori dei medici di famiglia sul territorio, che sia necessario guardare alle peculiarità socio-assistenziali di ogni realtà (città, campagna, montagne, isole) dal punto di vista della domanda di salute (cronicità, popolazione anziana, fragilità); che sia centrale la medicina di gruppo, e le Unità di cure primarie e le Aggregazioni Funzionali Territoriali, ma preservando il rapporto di lavoro convenzionale”.
“I medici di famiglia – continua il segretario FMT – non hanno ancora il dono dell’ubiquità, non possono stare sul territorio, contemporaneamente visitare a domicilio i pazienti anziani ed essere allo stesso tempo nella Casa di Comunità. Già lavorano fino, o oltre, le 40 ore settimanali (la stima è di 1 ora ogni 37,5 pazienti), anche per colpa di carichi burocratici impropri, non le 15 ore di ambulatorio minime di cui si parla spesso a sproposito sui giornali, tutto ciò senza tutele, malattie, ferie, e maternità. Forse bisogna ripartire da qui, invertendo la rotta: meno compiti burocratici impropri, più diritti come avviene nella specialistica ambulatoriale, più risorse per personale amministrativo e infermieristico, riorganizzazione dei servizi con una convenzione unica dei medici del territorio e della medicina generale e dell’emergenza-urgenza”.
“Il documento delle Regioni – conclude Esposito – non va in questa direzione, quindi risulterà essere solo un’altra fuga in avanti sbagliata e inutile per i cittadini. Regioni e Ministro si siedano al tavolo con i medici, con chi conosce i problemi dei cittadini e della sanità”.