
SANITA’, FISMU: SUBITO ATTO DI INDIRIZZO PER MEDICI CONVENZIONATI E DIRIGENTI
Francesco Esposito segretario nazionale Fismu: “Per la dirigenza accorpare i due trienni contro l’impoverimento della categoria. Per la medicina generale specializzazione, più risorse e meno burocrazia, più tutele sul modello della specialistica ambulatoriale
Le proposte, da Napoli, del Consiglio Nazionale di Fismu-Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti
9 giugno – Si è tenuto questo fine settimana (7-8 giugno), presso l’hotel Royal Continental di Napoli (Via Partenope 38/44), il Consiglio Nazionale di Fismu-Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti, sigla rappresentativa e firmataria del contratto della dirigenza medica (in FVM) e degli accordi nazionali della medicina generale (in FMT) e della specialistica ambulatoriale (in UIL FPL).
Grande partecipazione dei consiglieri delegati di tutta Italia, delle diverse aree della sanità pubblica: medici di medicina generale, dei servizi, di continuità assistenziale, dell’emergenza urgenza-118, della dirigenza ospedaliera, della specialistica ambulatoriale.
Nel corso dei lavori, dopo l’introduzione della Presidente Mirella Triozzi e la relazione del Segretario Nazionale Francesco Esposito, ha portato i saluti dell’Enpam, il presidente Alberto Oliveti. Quindi si è tenuto il convegno dal titolo: “Quale contratto per la dirigenza? Ipotesi contrattuali”, con gli interventi di Stanislao Bentivegna, Vicepresidente nazionale Fvm, Mirella Triozzi, presidente Fismu e Salvo Calì, presidente Centro Studi “Maccacaro”.
A conclusione della prima sessione di lavori è stata approvata a stragrande maggioranza la relazione del segretario nazionale Francesco Esposito.
Nella seconda giornata sono stati presentati dal Tesoriere Organizzativo Nazionale Vincenzo Morante i bilanci del sindacato che sono stati approvati all’unanimità. I lavori si sono conclusi con una ricognizione sugli Accordi regionali integrativi e con il dibattito generale sulla tutela dei cittadini e della professione, analizzando i gravi problemi del SSN, lo stato dell’arte delle prossime trattative sui contratti e gli accordi di lavoro dei diversi settori. Sono intervenuti, tra gli altri, la vice Segretario nazionale dell’area convenzionata, Anna Rita Ecca, il Segretario nazionale Umi-Unione Medici Italiani, Francesco Falsetti, la Responsabile delle Regioni, Anna Lampugnani, il Responsabile Rapporti istituzionali e comunicazioni, Ernesto La Vecchia, il Responsabile Specialistica ambulatoriale Uil-sezione Fismu, Cosimo Trovato, il Responsabile Dirigenza medica Claudio Picarelli, il Responsabile Assistenza primaria Massimo Calisi.
Soddisfatto dell’esito dei lavori il segretario nazionale di Fismu, Francesco Esposito che riprendendo alcuni passaggi della sua relazione ha sottolineato: “Regna la confusione più totale a Roma, nel Governo, e in tutte le regioni. Il quadro storico, politico e socio economico è estremamente complesso e pericoloso per la nostra sanità pubblica, sia per i medici che per i cittadini. Preoccupanti i numeri delle ultime indagini socio-statistiche: il rapporto dell’Istat per il 2024 fotografa, come sia in ribasso la soddisfazione degli italiani per la propria salute. Secondo, invece, Eurispes nel 37esimo Rapporto Italia, la necessità di contenere le uscite porta spesso gli italiani a dover rinunciare a spese necessarie per la salute e il benessere personale: il 28,2% degli italiani ha rinunciato a cure/interventi dentistici, il 27,2% ad effettuare controlli medici periodici e di prevenzione, il 22,3% a visite specialistiche per disturbi/patologie specifiche e il 18,1% a terapie o interventi medici. La premessa di questo scenario è la riduzione continua, negli ultimi quaranta anni, del finanziamento della sanità. La regionalizzazione spinta e la riorganizzazione a macchia di leopardo, senza una visione nazionale, hanno demolito la rete di assistenza ospedale-territorio (emergenza urgenza-118, continuità assistenziale, medicina di famiglia e dei servizi, con la specialistica ambulatoriale depauperata). Il risultato: poche risorse sul territorio e tagli di posti letto negli ospedali. In aggiunta zero programmazione rispetto alla formazione, confusione sull’accesso alla specializzazione e zero stanziamenti per il ristoro economico della categoria (sempre più impoverita dall’aumento della pressione fiscale e dell’inflazione a cui non sono corrisposti adeguati aumenti salariali). Servirebbe da parte della politica un grande sforzo progettuale e finanziario! Ma, come dimostra l’ultimo documento delle Regioni sulla medicina generale, la direzione intrapresa è quella del cambiare tutto a danno dei medici, per non cambiare nulla a vantaggio dei cittadini”.
“Da Napoli lanciamo una proposta chiara – continua il segretario di Fismu – niente abusi sul ruolo unico, che deve essere solo uno strumento per andare verso un contratto unico della medicina generale sul modello della specialistica ambulatoriale, con ferie, malattie e tutele: ma anche superamento della formazione specialistica regionale a favore della scuola di specializzazione sul modello europeo, fine dei compiti burocratici impropri, più risorse per personale amministrativo e infermieristico, sgravi fiscali; e sul piano dell’assistenza: riorganizzazione dei servizi in rete con l’emergenza-urgenza, la continuità assistenziale, la specialistica ambulatoriale, guardando a tutte l’esperienze positive sul territorio di Unità complesse di cure primarie (Uccp) e Aggregazioni funzionali territoriali (Aft). Da lì si deve partire per ripensare l’efficacia e l’utilità delle Case di Comunità (altro che lo specchietto delle allodole della dipendenza)”.
“Anche la dirigenza medica è in grande sofferenza – aggiunge Esposito – da un lato il ritardo accumulato dalla parte pubblica nel rinnovo dei contratti del pubblico impiego e del comparto sanitario, determinati soprattutto dalla insufficienza delle risorse stanziate, dall’altro l’aggravarsi delle criticità per le carenze di personale, sono indicative della sottovalutazione della politica nei confronti della gravissima crisi che attraversa il SSN.
L’erosione progressiva del reddito, determinata anche dall’inflazione degli ultimi anni ha impoverito in misura inaccettabile il personale della sanità pubblica. Non a caso sono sempre meno ambiti gli incarichi pubblici, tant’è che i nostri giovani colleghi preferiscono spesso andare all’estero sia per il più alto valore delle retribuzioni sia per la più gratificante qualità del lavoro e le possibilità di carriere libere dai ‘padrinati’ politici locali. È scandaloso che non sia stato ancora emanato l’atto di indirizzo per il rinnovo dei contratti della dirigenza, già scaduti il 31 dicembre 2024, quando dovrebbe invece aprirsi il rinnovo del contratto del prossimo triennio. Accorpare i due trienni potrebbe essere una soluzione, ancorché parziale, ai seri problemi di impoverimento della categoria. Il ministro della salute e il Governo trovino le risorse necessarie per recuperare credibilità verso il Servizio sanitario nazionale, nell’attesa di avviare quella necessaria riforma che i tempi e le problematiche attuali richiedono”.