Sanità, pubblicato il decreto sulle aggregazioni funzionali territoriali in Sicilia. Per FMT (Federazione Medici Territoriali) è un primo passo, ma sono ancora molti i nodi da sciogliere per una adeguata tutela dei pazienti

  • 26 Giugno 2025
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SANITÀ, PUBBLICATO IL DECRETO SULLE AGGREGAZIONI FUNZIONALI TERRITORIALI IN SICILIA. PER FMT (Federazione Medici Territoriali) È UN PRIMO PASSO, MA SONO ANCORA MOLTI I NODI DA SCIOGLIERE PER UNA ADEGUATA TUTELA DEI PAZIENTI

MARCO ALISE, SEGRETARIO REGIONALE: “URGENTE CHIUDERE ANCHE L’ACCORDO REGIONALE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE MANCA DAL 2010”

 

25 giugno – Un passo avanti, ma con incognite, per i cittadini e per i medici: è stato finalmente pubblicato l’11 giugno il decreto assessoriale di istituzione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali-AFT per la Sicilia. Un “decreto con luci ed ombre” è il primo commento del segretario regionale di Federazione dei Medici Territoriali-FMT, Marco Alise, che aggiunge: “Aiuta, però, a capire la medicina generale e territoriale che verrà e che sta disegnando la Regione”.

“Innanzitutto – sottolinea Alise – è doveroso ricordare che la firma di questo decreto non colma un vuoto, cioè l’assenza del tanto atteso Accordo Integrativo Regionale-AIR per i medici di medicina generale (mmg): in Sicilia non si rinnova dal 2010. Le contrattazioni con i sindacati procedono estremamente a rilento e dubitiamo della qualità del prossimo accordo”.

Quindi Alise, andando nel merito delle future AFT siciliane: “Ci sono diversi spunti interessanti, almeno sulla carta, ma rimangono molti dubbi. Analizziamo i potenziali aspetti positivi. Innanzitutto la distribuzione sarà in base all’AFT di riferimento, una strutturale e una periferica, in cui, oltre alla figura del medico di ruolo unico, ci si potrà avvalere anche di personale infermieristico e amministrativo. Si spera così che possano finalmente finire i disagi dei medici di guardia medica completamente lasciati soli durante la notte ed esposti a rischi di aggressione; ma soprattutto auspichiamo che si possa effettivamente garantire un’ottimale assistenza in caso di vere e proprie emergenze. L’accesso presso tali strutture, infatti, sarà h24 e 7 giorni su 7 e  non sarà più diretto ma tramite un numero unico che smisterà le diverse richieste. È previsto inoltre un collegamento immediato tra i medici afferenti all’AFT con il team multiprofessionale (specialisti) per la presa in carico del paziente.  Sempre sul piano della rete di condivisione di informazioni e della presa in carico, valutiamo positivamente che tutti i dati dei pazienti di quella determinata AFT saranno condivisi tra tutti i medici di quella stessa AFT in modo tale, una volta stabilite le regole di accesso, che il paziente possa, in caso di necessità, afferire anche a un altro professionista. È stato chiarito che il medico a ruolo unico a ciclo di scelte manterrà il proprio studio nel territorio, ma dovrà effettuare delle ore aggiuntive nelle strutture adibite ad AFT”.

“E da questo punto andiamo alle note negative, partendo dalla realtà della nostra sanità siciliana – continua Alise – innanzitutto manca il personale amministrativo e infermieristico: già attualmente i distretti sono svuotati, tanti amministrativi sono andati in pensione e non adeguatamente sostituti. Non si è poi parlato di un punto strategico, vista la mutata domanda di salute (cronicità, invecchiamento della popolazione e fragilità): la domiciliarità delle cure. I Pronto soccorso sono pieni di anziani e fragili che vanno per farsi misurare la pressione o visitare per una lombalgia. Attualmente se un paziente fragile affetto da problemi di cuore va incontro a uno scompenso cardiaco, oltre all’assistenza del medico di medicina generale non ha altra assistenza ‘gratuita’. I tempi di una visita domiciliare convenzionata sono biblici, quindi i familiari o portano il paziente in pronto soccorso oppure sono costretti a effettuare una costosa visita privata. Il problema reale è la presa in carico del paziente fragile”. 

“Ebbene – aggiunge il segretario regionale di FMT – nell’ultimo decreto si parla di istituzione delle AFT, ma sono state diramate anche delle linee guida riguardanti le competenze del medico a ruolo unico e delle sue mansioni e in nessun capitolo si parla di domiciliarità delle cure e telemedicina. Non abbiamo ancora il dono dell’ubiquità e allora mi chiedo: se oltre al lavoro che svolgiamo in studio, andremo a svolgere ulteriori ore in AFT, quando verranno svolte le visite domiciliari?

Quindi Alise interviene sull’uso distorto dell’istituto del ruolo unico per i medici di medicina generale e di famiglia in Sicilia (e nel resto di Italia) che preoccupa molti professionisti e con molte fondate ragioni: “Già le aziende di Catania e Messina hanno richiesto ai medici di assistenza primaria in attività se aderire o meno al ruolo unico.Anche in questo caso è possibile riscontrare un’anomalia, ossia ci viene richiesto di transitare a questa nuova figura senza delle linee guida precise, senza che ci sia stata una contrattazione né sia stato firmato l’AIR, come detto precedentemente (e senza che sia stata quindi discussa la componente economica), tutto ciò in un momento storico confuso e in cui si è perso il confine delle responsabilità e del ruolo del medico di medicina generale, che per alcuni è un tappabuchi con il dono dell’ubiquità, da sfruttare per coprire tutte le inefficienza del sistema. Una impostazione sbagliata. Abbiamo assistito, per esempio, a minacce di ordini di servizio (è bene ricordare che non siamo medici dipendenti) per coprire i turni di continuità assistenziale (per le note carenze di personale). Immaginate un medico con 1400 assistiti che, oltre alla reperibilità telefonica, alle visite domiciliari, all’attività ambulatoriale, alle vaccinazioni, allo screening, alle ore lavorative che dovrà svolgere in AFT, venga anche obbligato a effettuare ulteriori turni per mancanza di personale. Perciò, se non chiariamo compiti e mansioni, come possono i colleghi aderire al ruolo unico?”.

“Un altro capitolo molto importante – rileva Alise – è quello del referente di AFT. Sarà una figura ambita: è un medico di medicina generale a ruolo unico, scelto tra i medici di una AFT che dovrà coordinare tutti medici e interfacciarsi con il referente dell’aggregazione multiprofessionale. Si spera che sia una figura altamente qualificata e che venga presa in considerazione non solo per la stima dei colleghi, ma anche dai titoli conseguiti, quali possano essere master universitari o corsi regionali validati dalla Regione. Ci auguriamo che vengano esclusi invece quei corsi ECM, sponsorizzati da case farmaceutiche e sindacati, che hanno, o hanno avuto nel passato, un carattere esclusivo (discriminatorio) e con iscrizioni non aperte a tutti i medici”.

Infine, Alise ricorda che: “I medici di medicina generale sono i primi a spingere per il cambiamento e per una nuova contrattazione ferma da anni, ma senza assegni in bianco”.  “Il ruolo unico – conclude – è stato un flop in tutta la penisola italiana, come potrebbe avere esiti diversi in Sicilia se non sono state gettate neanche le basi di un accordo lavorativo ed economico?”.