Sanità, medici di famiglia “usati e dimenticati”: i controlli dei Nas, le inchieste scandalistiche, intanto zero risorse e zero riforme!

  • 6 Marzo 2023
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SANITÀ, MEDICI DI FAMIGLIA “USATI E DIMENTICATI”: I CONTROLLI DEI NAS, LE INCHIESTE SCANDALISTICHE, INTANTO ZERO RISORSE E ZERO RIFORME!

 

LA DENUNCIA DI FISMU: NONOSTANTE I MOLTI MEDICI CADUTI CON IL COVID, REGIONI E GOVERNO UMILIANO LA MEDICINA DI FAMIGLIA 

 

3 marzo – Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu in queste settimane ha fatto ripetuti appelli a Governo e Regioni affinché sia dato un segnale forte di cambiamento di rotta per la sanità pubblica italiana e, in particolare, per la medicina del territorio e di famiglia.

 

Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu: “Si attende con urgenza un calendario che apra la stagione degli accordi nazionali della medicina generale, un segnale forte per un cambio di rotta sul piano delle risorse e del confronto con la categoria. Lo chiede il Paese e serve con urgenza alla nostra sanità pubblica”. 

 

“Invece – continua – ci confrontiamo tutti i giorni con la mancanza di personale, precarietà e contratti a tempo, medici a gettone o ‘importati’ dall’estero, ma soprattutto con un inarrestabile processo di privatizzazione del SSN a livello regionale, tanto nell’ospedalità come nel territorio. Sono pochi i gesti postivi e concreti da parte di Regioni e Governo e allo stesso tempo assistiamo a ricorrenti inchieste (o interviste) giornalistiche su alcuni media che mal descrivono l’attività dei medici del territorio e qualche mese fa a controlli dei NAS sulle presunte irregolarità dei nostri ambulatori”. 

 

“È evidente – conclude Esposito – che sono già stati dimenticati i medici vittime della pandemia covid. Così in un combinato disposto di immobilismo e demolizione dell’immagine dei medici, si apre il campo a un sospetto sugli interessi malcelati di chi vuole privatizzare il Ssn. Sia chiaro: se si smantella la medicina di famiglia e del territorio scompare il front office della sanità pubblica nei confronti dei cittadini e sarà la fine del servizio pubblico ed universale”.