
LA SANITÀ PUBBLICA È ALLA BASE DI UNA SANA DEMOCRAZIA. ANNI DI RIFORME SBAGLIATE APRONO LE PORTE ALLA PRIVATIZZAZIONE INTEGRALE DEL SSN
LA CRITICA DI DI FRANCESCO ESPOSITO DI FMT ALLA POLITICA IN OCCASIONE DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE UNITARIA DEI SINDACATI, OGGI A ROMA: SOLO CON IL DIALOGO CON I MEDICI SI PUÒ MODERNIZZARE LA SANITÀ
PER FEDERAZIONE DEI MEDICI TERRITORIALI NON SI DEVONO LASCIARE I PAZIENTI SOLI: FONDAMENTALE LA CAPILLARITÀ DEI SERVIZI SUL TERRITORIO E IL RAPPORTO FIDUCIARIO.
MA ANCHE SBUROCRATIZZARE IL LAVORO DEI MEDICI
25 gennaio – Oggi, a Roma, in occasione della giornata unitaria dei sindacati medici dal titolo: “INVESTIRE SUI MEDICI PER SALVARE IL SSN“, è intervenuto anche Francesco Esposito, segretario nazionale di Federazione Medici Territoriali-FMT che ha sottolineato: “Una seria riorganizzazione dei servizi non può partire da un modello teorico (prima le case della salute, ora quelle di comunità) come è stato fino ad oggi, ma dalla centralità del paziente, dalla domanda di salute in una società che cambia sul fronte dell’invecchiamento della popolazione e della cronicità, e da un’analisi della realtà territoriale del nostro Paese. Si deve preservare la capillarità degli ambulatori, il rapporto fiduciario, la sburocratizzazione del lavoro (e faccio in questa sede una forte critica sul nuovo modello di certificazione dell’Inps, e sui codici di prescrizione dei Lea, un autentico caos in molte regioni); ma soprattutto investire risorse sui medici, sul personale, sulla tecnologia e sulle diverse forme di medicina di gruppo, come le UCCP.
Invece, da mesi assistiamo a una sterile propaganda sulle ‘Case di comunità’ come panacea di tutti i mali, ed invece è solo un effetto placebo rispetto ai veri problemi. Queste ‘cattedrali nel deserto’ non possono coprire tutta la domanda di salute dei cittadini: a fronte di 1420 case di comunità ci sono oltre 8000 comuni in zone montane e rurali dove, spesso, i pazienti sono anziani con problemi di cronicità, che rimarrebbero quindi privi di adeguata assistenza sanitaria. Come già fatto in passato, quindi faccio appello all’Anci affinché faccia sentire la sua voce. Il medico di famiglia è un presidio di salute e delle Istituzioni, non possiamo lasciare i cittadini soli, abbandonati”.
“Infine – ha concluso Esposito – le forze politiche, il Governo, il Parlamento devono dialogare con medici, devono ascoltare la società, i professionisti, altrimenti si continueranno a fare riforme sbagliate. Non vogliamo pensare che gli errori di questi ultimi anni siano parte di un disegno: smantellare la sanità pubblica a favore dei privati. Se, invece, così fosse, sarebbe una perdita enorme per la democrazia nel nostro Paese, con il suo sistema di accesso alle cure universale e gratuito. Oggi, qui a Roma, i medici sono uniti nella proposta e nella protesta”.