Le autonomie nel discorso del Presidente della Lombardia

  • 27 Marzo 2023
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Le autonomie nel discorso del Presidente della Lombardia

 

Leggiamo sulla stampa del 22 marzo il discorso programmatico del Presidente della Lombardia per il suo mandato quinquennale nel quale si punta ancora una volta all’autonomia regionale.

E’ evidente che una così tenace determinazione sia dettata da interessi di partito e non certo da una buona e saggia politica che dovrebbe tenere conto dei cittadini compresa quella maggioranza che non è andata a votare e dei risultati ottenuti nel quinquennio appena trascorso oggetto di tante critiche.

Come si fa a proporre un incremento ed estensione delle autonomie, possibili (non obbligatorie) essendo previste dalla Carta Costituzionale, quando quelle già realizzate hanno dato risultati così insoddisfacenti? 

Per la Lombardia, con riferimento alla Sanità, ma non solo, visti i risultati ottenuti, anche durante il Covid, si dovrebbe procedere ad una immediata centralizzazione per recuperare efficienza ed uniformità insieme al pieno rispetto dei principi universalistici del SSN.

In Sanità si è ormai raggiunto da anni un risultato organizzativo assolutamente negativo con il taglio delle strutture pubbliche e la riduzione dei posti letto di ricovero a vantaggio di quelle private accreditate. Ora il prossimo l’obiettivo, già in atto, è quello di togliere ai cittadini il proprio medico di fiducia. Allo stesso tempo si obbliga (con la creazione di lunghe liste di attesa) la popolazione, specie dei malati cronici, a rivolgersi per moltissime prestazioni diagnostiche e specialistiche, al “privato totale” cioè quello a carico del cittadino senza prevedere neppure la possibilità di rimborso. Questi risultati sono già in parte ottenuti per la fuga dei medici pubblici e dalla Medicina Generale dovuta ad una gestione penalizzante del personale da parte della Regione. 

La Lombardia invece di migliorare i rapporti di lavoro del personale, tra i peggiori in Italia, butta centinaia di milioni di euro nell’edilizia sanitaria, nelle società di gestione a totale capitale pubblico (vedi ARIA che ha inglobato la “celebre” sprecona ed inefficiente Lombardia Informatica), nelle società cooperative, ecc.

Mi chiedo se avrà mai una positiva soluzione questa “pagliacciata” delle autonomie regionali almeno recuperando un ruolo di effettivo controllo dello Stato sulla legislazione regionale nei settori resi autonomi per garantire i cittadini sulla quantità e qualità dei servizi. L’obiettivo deve essere un virtuoso decentramento non la spartizione partitica delle risorse con enormi sprechi per creare servizi regionali.

L’UMI e FISMU si augurano che l’inchiesta della Magistratura di Bergamo possa dimostrare ancora una volta l’inefficienza della Regione Lombardia e possa contribuire a rivedere il progetto di regionalizzazione. In quella drammatica situazione molti errori di gestione, decisi in virtù dell’autonomia sanitaria, hanno facilitato la diffusione dell’infezione causando migliaia di morti. La giustificazione della “non conoscenza” del virus non è accettabile perché le caratteristiche di alta contagiosità e virulenza erano già note nel gennaio/febbraio 2020 dai dati provenienti dalla Cina e le precauzioni per limitare la diffusione di un qualsiasi agente patogeno sono note e comuni a tutte le malattie infettive siano esse batteriche o virali anche in assenza di un aggiornato piano pandemico.

Cordiali saluti.

 

Cav. dott. Francesco Falsetti 

Presidente U.M.I. 

Segretario regionale Lombardia FISMU